Villa Singer

Il giardino

di Marco Arosio


Il giardino di Gorla ha subito molti più cambiamenti rispetto alla villa.
Originariamente era interamente ricoperto di ghiaia che delimitava aiuole piantumate a fiori e ad alberi da frutto; vedendo le vecchie fotografie vi erano molte più piante sempreverdi come pini, cedri e altre aghifoglie.
Dal 1992, anno in cui ho iniziato il restauro, il prato era una grande landa desolata adibita a campo di calcio e gli alberi non erano stati più curati da tempo. In vent’anni con l’aiuto fondamentale di Fabio il Giardiniere e senza cadere in troppe stravaganze, ho cercato di restituire il carattere romantico-liberty che aveva perduto per troppe manomissioni.

Il giardino è di forma quadrata, misura circa 1.500 mq, ed è delimitato dalla villa, da un muro di cinta che sostituisce la cancellata originaria e per il lato più lungo dallo scorrere dell’acqua del naviglio della Martesana.
Le porte-finestre danno su un berceau in ferro battuto delimitato da balaustre in cemento e ricoperto da piante di glicine.
Il prato verde è contornato da due vasche liberty coperte da ortensie, ciclamini, peonie. Punto focale tra la Martesana e la villa adiacente è il gazebo ottagonale in legno laccato di bianco che ho realizzato con Tommaso Scacchi seguendo il disegno originale di quello vecchio in ferro battuto.
Tutto il bordo sul naviglio è ombreggiato da bambù e da pitosfori ma le presenze più importanti sono un monumentale tiglio, alto più della casa, la grande magnolia in mezzo al prato e la palma Chamaerops.

Seguendo l’ideale della mia bisnonna ho cercato che ogni mese il giardino fosse fiorito, iniziando da Gennaio con il calicanto, poi le bulbose, le peonie, i viburni, le ortensie di cui sono un appassionato collezionista e molte varietà di rose che continuano a sbocciare fino a Novembre.
Da antiquario ho abbellito il giardino di sedie rare in ferro dell’Ottocento e ho rivestito il lato verso la Martesana con un pavimento in seminato liberty. Ho aggiunto alcune statue e vasi in cemento stampato provenienti da un albergo coevo della Valsassina. Quando ospito eventi nella bella stagione utilizzo buona parte dei miei arredi per dare il sapore di inviti fatti in casa.

Foto di Matteo Carassale